E se non fossi mai esistito/a? La realtà non esiste!

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A nu cert moment lascio la Terra! Certamente!!

sabato 23 giugno 2007

psichedelia

Visto che c'è un genere musicale tra i miei preferiti è d'uopo,allora, aprire una parentesi perchè non tutti ne saranno al corrente.
Che cosa s'intende per psichedelia?
Cominciamo dalla parola. Il termine nasce dal lemma greco psyche (coscienza, anima) e dal verbo deléin (rivelare, mostrare). Ma tanto per complicarci le cose possiamo cominciare col dire che la psychedelia (dal lato teorico) è un processo “filosofico-mentale” grazie al quale le nostre più intime sensazioni ed i nostri profondi stati d’ animo vengono alla luce, scaturendo dal pensiero in un’ estasi che pone l’ accento su quel mistico che è in ogni nostra azione ma di cui spesso non ci accorgiamo. Qui è bene fermarsi, si rischia di navigare in un mare di sofismi incontrollati che non permettono di arrivare in porto. Molti si chiederanno: Si, ma tutto questo che cosa c’ entra con la musica? E’ vero, ad una occhiata superficiale questo discorso poco o nulla è coerente con la storia della composizione; ma si sa, questa non può prescindere dalla storia dell’ uomo.

Possiamo dire, senza correre il rischio di sbagliare, che il suo periodo d’ oro va dal 1967 al 1970. Partiamo dal 1965 però, periodo in cui la musica beat (ricordate i Beatles e gli Who?) sta spopolando in tutto il mondo, ma che si avvia verso una decadenza ormai annunciata; la ricerca di nuove sonorità e nuove soluzioni musicali diventa a dir poco vitale.

La prima tappa del nostro viaggio sono gli U.S.A., più precisamente la California. Qui migliaia di giovani, memori delle lezioni di grandi ribelli della letteratura beat quali Allen Ginsberg, Jack Kerouac e William Borroughs (solo per citarne alcuni), stanno sperimentando nuove forme di linguaggio, nuovi stili di vita, un nuovo modo di sentire e vedere il mondo. Il palcoscenico di questa travolgente cultura giovanile è la mitica <Sunset Strip> della californiana San Francisco. Qui masse di giovani che indossano buffi cappellini, vestono abiti sgargianti e portano i capelli un po’ più lunghi e disordinati rispetto a qualche anno prima, passeggiano praticando una vera e propria “via crucis” nei vari clubs e cantine dove si suona musica dal vivo; qualcuno parla di diritti civili e nuovi mondi. Questi giovani sono dei veri e propri hippies “acerbi” che tra qualche anno matureranno nei trip mistici della grande epoca dei fiori, che faranno esplodere il loro messaggio di “Peace and Love” nei grandi raduni di fine anni ’60.

Il primo "linguaggio" rock da esaminare è il cosiddetto <Garage Blues> (si chiama così perchè per lo più suonato da gruppi di giovani che non possono permettersi una vera sala prove). Questo tipo di musica è fortemente caratterizzato dal suono sporco delle chitarre e dalla semplicità imbarazzante della linea melodica; un blues "rude" ed accattivante, capace di graffiare con i suoi suoni "acidi". Ecco un primo passo verso il nostro <Acid Rock>, "soprannome" della psychedelia.

I primi ad accostare questo termine a creazioni musicali sono stati i Blues Magoos ed i 13th Floor Elevators (rispettivamente con gli LP Psychedelic Lollipop [ ‘66] e The Psychedelic Sound Of 13th Floor Elevators [ ‘66]), due bands che emergono dalla scena garage.

Ovviamente la Psichedelia non è un discorso che abbraccia solo il Garage Blues: una band, infatti, che ha portato questo genere a definirsi (un pò involontariamente) è stata The Byrds, gruppo di ispirazione "dylaniana" votata al folk rock elettrico, che nel 1965 fa uscire sul mercato il singolo Mr. Tambourine Man, successo intriso di sonorità brillanti ed atmosfere vagamente lisergiche, il quale riesce in modo perfetto a trasportare sul pentagramma quella che è l’ esperienza psichedelica.

L' indimenticabile Timothy Leary, professore universitario (ex Harvard) che in quegli anni, tramite una serie di seminari, elogia le virtù degli allucinogeni e ne consiglia a tutti l’ uso, rappresenta il profeta dell' esperienza allucinogena come fase introspettiva e riflessiva che permette di mettere a nudo l' inconscio (Leary diventerà poi il “guru” del movimento hippy e conierà il motto: accenditi, sintonizzati, distaccati (Turn On, Tune In, Drop Out). Ne combinerà di tutti i colori nel corso della sua avventurosissima vita [approfondire l’ argomento su www.leary.com, ancora incompleto e http://www.timothyleary.us/ ].

Un altro link per approfondire l'argomento è:

http://www.storiadellamusica.it/La_psichedelia.p0-c9



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