Fin da piccolo avevo la sensazione di non percepire la mia identità, ma tutti, compreso il mio stesso pensiero, non facevano altro che ribadirla: il battesimo, la signatura all'anagrafe, le etichette sociali, la scuola, l'assegnazione di un determinato tipo psicologico.
Tutti in un modo o nell'altro abbiamo bisogno di incasellare, etichettare, fare riferimento a scale di valori creando così una gigantesca struttura fittizia nella quale muoverci ed esprimerci.
Ebbene, capitatomi per caso tra le mani un libro di U.G., esso non ha fatto altro che divenire per me l'espressione dell'inesprimibile.
Cercate di abbandonare gli schematismi, il pensiero, i giudizi e lasciate così, semplicemente, fluire le parole che leggerete in questo sito:
http://www.well.com/user/jct/ITALIAN/unidia.html
Grazie U.G.
Tutti in un modo o nell'altro abbiamo bisogno di incasellare, etichettare, fare riferimento a scale di valori creando così una gigantesca struttura fittizia nella quale muoverci ed esprimerci.
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